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Fronte delle organizzazioni della società civile brasiliana contro l’accordo Mercosur-UE

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Fronte delle organizzazioni della società civile brasiliana contro l’accordo Mercosur-UE

9 dicembre 2020

Le sottoscritte organizzazioni della società civile brasiliana esprimono la loro opposizione alla firma dell’accordo di libero scambio commerciale tra il Mercosur e l’Unione Europea. Chiediamo al Parlamento brasiliano di promuovere un ampio dibattito con la società sugli impatti che l’accordo può avere sui popoli, sui lavoratori e sui territori del paese.

Sebbene l’accordo Mercosur-UE si basi su tre pilastri, risulta chiaro che, sulla base della conoscenza di altri accordi firmati con il blocco europeo nel mondo, il pilastro commerciale ha la precedenza e i cosiddetti elementi di tutela dei diritti umani e di protezione ambientale rimangono in secondo piano. Riteniamo che l’apertura del commercio, in base ai termini di questo accordo, porterà significativi impatti negativi socioeconomici, lavorativi, territoriali, immobiliari, ambientali e climatici in Brasile e negli altri paesi del Mercosur, mentre i principali beneficiari saranno le società transnazionali interessate all’importazione di materie prime a basso costo, alla privatizzazione dei servizi e l’espansione del mercato per i loro prodotti industrializzati.

Promuovendo lo scambio di materie prime agricole e minerali con prodotti industrializzati a maggior valore aggiunto, l’accordo incoraggia l’approfondimento della deindustrializzazione, la reprimarizzazione dell’economia, l’evasione di capitali e l’evasione fiscale nei paesi del Mercosur. L’apertura del settore industriale ai paesi del blocco europeo aumenterà l’importazione di prodotti simili a quelli già prodotti in Brasile, generando un impatto per il settore e maggiore disoccupazione. Inoltre, rafforzerà la competitività perversa, in cui i guadagni che l’agribusiness può avere, implicheranno distruzione ambientale e perdite per il settore industriale e per i diritti e il reddito dei lavoratori, oltre a concentrare la produzione in settori ad alta intensità di energia e acqua.

Nel settore dei servizi, oltre a trasformare in merci il diritto di accesso a servizi essenziali come l’acqua, l’energia, le strutture sanitarie basilari, la sanità e l’istruzione, c’è anche un incentivo alla privatizzazione. Ci sono molti esempi di tragedie sociali in diverse città e stati brasiliani in cui i servizi essenziali sono stati privatizzati, come nel caso dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari a Manaus e lo scandaloso caos che la popolazione dello Stato di Amapá ha vissuto recentemente in una grave crisi elettrica dovuta alla mancanza di investimenti di una società privata al fine di garantirsi maggiori profitti.

Con l’accordo si rischia di continuare ad escludere una porzione crescente della popolazione che non potrà pagare i servizi essenziali, generando indebitamento familiare e peggiorando le condizioni di vita, soprattutto per la popolazione nera, povera e periferica delle città, con donne, anziani e bambini sempre i più colpiti. La liberalizzazione dei servizi finanziari contribuisce alla deregolamentazione finanziaria, che ha portato alla precedente crisi del 2008. In un contesto di crisi economica e sociale aggravata dalla pandemia Covid-19 e dal congelamento causato dalla legge del tetto della spesa pubblica (ndt : PEC 55/2016 – Emendamento Costituzionale approvato nel 2016 che ha congelato la spesa pubblica per 20 anni), questo processo è ancora più preoccupante.

Da un punto di vista ambientale e climatico, l’accordo contribuisce alla devastazione di tutti i principali biomi brasiliani : Amazzonia, Pantanal, Cerrado, Caatinga, Foresta Atlantica e Pampa, oltre alla regione semiarida. La fine delle aliquote di esportazione per vari prodotti agricoli e minerali come il minerale di ferro e l’aumento delle quote per carne, etanolo e zucchero, ad esempio, genererà un’espansione della produzione e dei corridoi logistici dell’industria miniera, del bestiame, del complesso della soia e della canna da zucchero. L’avanzata dell’agrobusiness viola i modi di vita dei popoli indigeni e delle popolazioni tradizionali e i loro diritti territoriali. In questo senso, rafforza i principali vettori di deforestazione e degli incendiDati del PRODES-INPE, un sistema di monitoraggio satellitare per la deforestazione in Amazzonia, pubblicati all’inizio di dicembre 2020, mostrano un aumento del 9,5% nella distruzione delle foreste tra agosto 2019 e luglio 2020. che hanno compromesso gli impegni climatici assunti dal Brasile nell’Accordo di Parigi e negli Obiettivi sulla protezione della biodiversità di Aichi.

Il capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile non prevede meccanismi di esigibilità. La menzione in questo capitolo dell’attuazione obbligatoria dell’accordo di Parigi è insufficiente, data la mancata applicazione delle soluzioni delle controversie in questo capitolo e la fragilità dello stesso accordo sul clima in relazione alle sue misure vincolanti e alle sue false soluzioni come il mercato del carbonio. Inoltre, le questioni ambientali e climatiche non sono elementi essenziali dell’accordo politico. Per questo le allusioni a questi temi suonano come retorica, cercando di mascherare i veri obiettivi del documento con una preoccupazione ambientale : incrementare il commercio delle grandi aziende che esportano beni, servizi e capitali.

L’accordo incoraggia l’espansione del modello biotecnologico agricolo basato sull’ampio uso di pesticidi. Questi prodotti influiscono direttamente sulla salute dei lavoratori rurali, della popolazione delle campagne e delle città, sia nel Mercosur che nell’UE. Il caso del Brasile è emblematico, poiché mai tanti pesticidi e principi attivi sono stati approvati come negli ultimi tre anni. Molti di questi sono vietati in Europa. Ciò solleva interrogativi sull’assenza del principio di precauzione nell’accordo Mercosur-UE nel capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, lasciando aperta la questione se le aziende europee continueranno con i loro doppi standard di azione nei paesi del Sud dove la popolazione è trattata come cittadini di seconda classe e se la popolazione europea vedrà i propri diritti come consumatori violati da standard di controllo inferiori.

Nell’area degli appalti pubblici, l’accordo prevede che le piccole e medie imprese locali debbano competere su un piano di parità con le multinazionali europee, come se trattare allo stesso modo i disuguali fosse giusto. Questo creerebbe un precedente perverso nella competizione per gli appalti statali e municipali, limitando la possibilità di promuovere l’occupazione locale come politica pubblica, in un paese come il Brasile che recentemente è rientrato nell’elenco dei paesi che compongono la mappa della fame. Potrebbe avere un impatto sulle politiche fondamentali per l’agricoltura familiare e contadina come il Programma di Acquisto di Alimenti (PAA) e il Programma Nazionale di Alimentazione Scolastica (PNAE), con un profondo impatto sulle donne, poiché la maggior parte dei fornitori di questi programmi sono agricoltrici.

Riteniamo preoccupante il fatto che l’accordo sia stato negoziato dai governi del Mercosur senza alcun meccanismo di trasparenza : non sono stati presentati studi di impatto e non è stato promosso il dialogo con i settori interessati o con le università. In Europa, esistono profondi punti interrogativi sugli studi di impatto effettuati, normalmente basati su premesse favorevoli alla conclusione degli accordi, senza analizzare gli impatti globali di tutti i capitoli su salute, ecosistemi, mondo del lavoro, diritti umani e territoriali, sulle donne e le famiglie contadine, violando i modi di vita e la dimensione socioculturale dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali della campagna-città-foresta.

I risultati attesi da questo accordo sono così poco promettenti che in Europa c’è una critica crescente da parte di governi, parlamenti e società civile organizzata, sulla sua approvazione. Nei paesi del Mercosur, invece, il sostegno dei governi all’accordo sembra tacito e mostra la mancanza di ricerca di vere alternative di integrazione. In Brasile, in particolare, il governo di Jair Bolsonaro cerca di chiudere la trattativa per ottenere una vittoria nel campo della politica estera e per sostenere gli interessi di settori economici poco impegnati per il bene del Paese. Il rapporto “Valutazione di Impatto di Sostenibilità” (AIS) [1], pubblicato dalla Commissione Europea, mostra risultati preoccupanti stimando che l’accordo aumenterà il PIL dell’UE dello 0,1% in dieci anni, mentre diminuirà il PIL dello 0,1% Paesi del Mercosur.

In un momento in cui la crisi e la recessione sono già realtà nel Mercosur e, ancora, di fronte alle sfide imposte dalla pandemia, approvare un accordo asimmetrico che riproduce la logica coloniale di eterni fornitori di materie prime e importatori di beni industrializzati sarebbe un vero disastro. Respingiamo che il Brasile firmi questo accordo, che prevede enormi conseguenze socio ambientali negative nello stesso momento in cui rappresenta un retrocesso a livello economico e produttivo.

9 dicembre 2020

Sessione plenaria del Fronte brasiliano contro l’Accordo commerciale Unione Europea-Mercosur e EFTA

1. ALTERNATIVAS PARA A PEQUENA AGRICULTURA NO TOCANTINS (APA TO)
2. AMIGOS DA TERRA BRASIL
3. ARTICULAÇÃO DE MULHERES BRASILEIRAS (AMB)
4. ARTICULAÇÃO DOS POVOS INDÍGENAS DO BRASIL (APIB)
5. ARTICULAÇÃO NACIONAL DE AGROECOLOGIA (ANA)
6. ARTICULAÇÃO PACARI RAIZEIRAS DO CERRADO (PACARI SE)
7. ARTICULAÇÃO ROSALINO DE POVOS E COMUNIDADES TRADICIONAIS (AR)
8. ASSOCIAÇÃO AGROECOLÓGICA TIJUPÁ
9. ASSOCIAÇÃO ALTERNATIVA TERRA AZUL (TERRAZUL)
10. ASSOCIAÇÃO BRASILEIRA DE ECONOMISTAS PELA DEMOCRACIA (ABED)
11. ASSOCIAÇÃO BRASILEIRA DE ONGS NÃO GOVERNAMENTAIS (ABONG)
12. ASSOCIAÇÃO DE ADVOGADOS (AS) DE TRABALHADORES(AS) RURAIS DA BAHIA (AATR-BA)
13. ASSOCIAÇAO DE FAVELAS DE SAO JOSÉ DOS CAMPOS (AFSJC)
14. ASSOCIAÇÃO DOS GEÓGRAFOS BRASILEIROS (AGB)
15. ASSOCIAÇÃO XARAIÉS (XARAIÉS)
16. ATIVISMO URBANO. (A.U)
17. BRIGADAS POPULARES (BPS)
18. CAMPANHA ANTIPETROLEIRA NEM UM POÇO A MAIS !
19. CAMPANHA NACIONAL EM DEFESA DO CERRADO
20. CAMPANHA PERMANENTE CONTRA OS AGROTÓXICOS E PELA VIDA
21. CASA 8 DE MARÇO - ORGANIZAÇÃO FEMINISTA DO TOCANTINS (ENCAMTO)
22. CENTRO DE AGRICULTURA ALTERNATIVA DO NORTE DE MINAS (CAA/NM)
23. CENTRO DE APOIO E PROMOÇÃO DA AGROECOLOGIA (CAPA)
24. CENTRO DE ASSESSORIA E APOIO A INICIATIVAS SOCIAIS (CAIS)
25. CENTRO DE DIREITOS HUMANOS E EMPRESAS (HOMA)
26. CENTRO DE TECNOLOGIAS ALTERNATIVAS DA ZONA DA MATA (CTA-ZM)
27. CENTRO DE TRABALHO INDIGENISTA (CTI)
28. COLETIVO MARIA FIRMINA DE SANTO AMARO (CMF – SANTO AMARO)
29. COMISSÃO PASTORAL DA TERRA (CPT)
30. COMISSÃO PRÓ-ÍNDIO DE SÃO PAULO (CPI-SP)
31. COMISSÕES PASTORAIS DA CONFEDERAÇÃO NACIONAL DOS BISPOS DO BRASIL
32. COMITÊ BELGO BRASILEIRO (CBB)
33. COMITÊ DE ENERGIA RENOVÁVEL DO SEMIÁRIDO (CERSA)
34. CONFEDERAÇÃO DOS TRABALHADORES NO SERVIÇO PÚBLICO MUNICIPAL - CUT (CONFETAM/CUT)
35. CONFEDERAÇÃO NACIONAL DOS TRABALHADORES E TRABALHADORAS NA AGRICULTURA FAMILIAR DO BRASIL (CONTRAF BRASIL)
36. CONFEDERAÇÃO NACIONAL DOS TRABALHADORES EM ESTABELECIMENTOS DE ENSINO (CONTEE)
37. CONSELHO DE MISSÃO ENTRE POVOS INDÍGENAS (CIMIN)
38. CONSELHO INDIGENISTA MISSIONÁRIO (CIMI)
39. CONSELHO NACIONAL DE IGREJAS CRISTÃS DO BRASIL (CONIC)
40. CONSELHO PASTORAL DOS PESCADORES (CPP)
41. COORDENAÇÃO NACIONAL DE ARTICULAÇÃO DAS COMUNIDADES NEGRAS RURAIS QUILOMBOLAS (CONAQ)
42. COORDENADORIA ECUMÊNICA DE SERVIÇO (CESE)
43. DEFENSORES DO PLANETA
44. FEDERAÇÃO DE ORGÃOS PARA ASSISTÊNCIA SOCIAL E EDUCACIONAL (FASE)
45. FEDERAÇÃO DOS SINDICATOS SERVIDORES PÚBLICOS NO ESTADO DE SÃO PAULO (FESSP-ESP)
46. FEDERAÇÃO DOS TRABALHADORES NA ADMINISTRAÇÃO PÚBLICA MUNICIPAL DO RIO GRANDE DO NORTE (FETAM/RN)
47. FEDERAÇÃO NACIONAL DO FISCO ESTADUAL E DISTRITAL (FENAFISCO)
48. FEDERAÇÃO NACIONAL DOS PSICÓLOGOS (FENAPSI)
49. FEDERAÇÃO NACIONAL DOS URBANITÁRIOS (FNU)
50. FÓRUM DA AMAZÔNIA ORIENTAL (FAOR)
51. FÓRUM DAS ONGS AIDS DO ESTADO DE SÃO PAULO (FOAESP)
52. FÓRUM DAS ONGS AIDS DO ESTADO DE SÃO PAULO (FOAESP)
53. FÓRUM ECUMÊNICO ACT BRASIL (FE ACT BRASIL)
54. FÓRUM MATO-GROSSENSE DE MEIO AMBIENTE E DESENVOLVIMENTO (FORMAD)
55. FÓRUM MUDANÇAS CLIMÁTICAS E JUSTIÇA SOCIOAMBIENTAL (FMCJS)
56. FÓRUM NACIONAL DA SOCIEDADE CIVIL EM COMITÊS DE BACIAS HIDROGRÁFICAS (FONASC.CBH)
57. FUNDAÇÃO LUTERANA DE DIACONIA (FLD)
58. GESTOS - SOROPOSITIVIDADE, COMUNICAÇÃO, GÊNERO
59. GRAIN
60. GRUPO CARTA DE BELÉM (GCB)
61. GRUPO DE ESTUDOS EM EDUCAÇÃO E MEIO AMBIENTE (GEEMA)
62. GRUPO DE TRABALHO SOBRE PROPRIEDADE INTELECTUAL (GTPI)
63. GRUPO SEMENTE SEMEANDO PARA O DESENVOLVIMENTO SOCIOAMBIENTAL (GRUPO SEMENTE)
64. GT BIODIVERSIDADE DA ARTICULAÇÃO NACIONAL DE AGROECOLOGIA (GTBIO)
65. INICIATIVA DIREITO À MEMÓRIA E JUSTIÇA RACIAL (IDMJR/RJ)
66. INSTITUTO AMAZÔNICO DE PLANEJAMENTO, GESTÃO URBANA E AMBIENTAL (IAGUA)
67. INSTITUTO BRASILEIRO DE ANÁLISES SOCIAIS E ECONÔMICAS (IBASE)
68. INSTITUTO CARACOL (ICARACOL)
69. INSTITUTO EQUIT- GÊNERO, ECONOMIA E CIDADANIA GLOBAL (INSTITUTO EQUIT)
70. INSTITUTO MAIS DEMOCRACIA
71. INSTITUTO POLÍTICAS ALTERNATIVAS PARA O CONE SUL (PACS)
72. INSTITUTO REGIONAL DA PEQUENA AGRICULTURA APROPRIADA (IRPAA)
73. INSTITUTOS DE ESTUDOS SOCIOECONÔMICOS (INESC)
74. INTERNACIONAL DOS SERVIÇOS PÚBLICOS (ISP)
75. INTERNATIONAL ACCOUNTABILITY PROJECT (IAP)
76. INTERNATIONAL RIVERS BRASIL
77. JUSTIÇA NOS TRILHOS
78. KOINONIA PRESENÇA ECUMÊNICA E SERVIÇO (KOINONIA)
79. MARCHA MUNDIAL DAS MULHERES (MMM)
80. MARCHA MUNDIAL DO CLIMA
81. MARCHA MUNDIAL POR JUSTIÇA CLIMÁTICA
82. MOVIMENTO DE MULHERES CAMPONESAS (MMC)
83. MOVIMENTO DE MULHERES NEGRAS DA FLORESTA - DANDARA (MMNFDANDARA)
84. MOVIMENTO DE TRABALHADORES SEM TETO (MTST)
85. MOVIMENTO DOS ATINGIDOS POR BARRAGENS (MAB)
86. MOVIMENTO DOS CONSELHOS POPULARES (MCP)
87. MOVIMENTO DOS PEQUENOS AGRICULTORES (MPA)
88. MOVIMENTO DOS PESCADORES E PESCADORAS ARTESANAIS (MPP)
89. MOVIMENTO DOS TRABALHADORES RURAIS SEM TERRA (MST)
90. MOVIMENTO NACIONAL CONTRA CORRUPÇÃO E PELA DEMOCRACIA (MNCCD)
91. MOVIMENTO PELA SOBERANIA POPULAR NA MINERAÇÃO (MAM)
92. OBSERVATÓRIO NACIONAL DOS DIREITOS A ÁGUA E AO SANEAMENTO (ONDAS)
93. OPERAÇÃO AMAZÔNICA NATIVA (OPAN)
94. ORGANIZAÇÃO PELO DIREITO HUMANO À ALIMENTAÇÃO E À NUTRIÇÃO ADEQUADAS (FIAN BRASIL)
95. PASTORAL OPERÁRIA NACIONAL
96. PROCESSO DE ARTICULACÃO E DIÁLOGO (PAD)
97. RED DE GENERO Y COMERCIO (RGYC)
98. REDE BRASILEIRA DE EDUCAÇÃO AMBIENTAL (REBEA)
99. REDE BRASILEIRA PARA INTEGRAÇÃO DOS POVOS (REBRIP)
100. REDE ECONOMIA E FEMINISMO (REF)
101. REDE EMANCIPA MOVIMENTO SOCIAL DE EDUCAÇÃO POPULAR (REDE EMANCIPA)
102. REDE JUBILEU SUL
103. REDE SOCIAL DE JUSTIÇA E DIREITOS HUMANOS (REDE SOCIAL)
104. SEMPREVIVA ORGANIZAÇÃO FEMINISTA (SOF)
105. SERVIÇO FRANCISCANO DE SOLIDARIEDADE (SEFRAS)
106. SERVIÇO PASTORAL DOS MIGRANTRES (SPM)
107. SINDICATO DAS PSICÓLOGAS E DOS PSICÓLOGOS NO ESTADO DE SÃO PAULO (SINPSI-SP)
108. SINDICATO DE SAUDE DE GUARULHOS E REGIÃO (SINDSAÚDE GUARULHOS E REGIÃO)
109. SINDICATO DOS AGENTES FISCAIS DE RENDAS DO ESTADO DE SÃO PAULO (SINAFRESP)
110. SINDICATO DOS EMPREGADOS DOS ESTABELECIMENTOS DE SERVIÇOS DE SAÚDE DE CURITIBA (SINDESC)
111. SINDICATO DOS ENFERMEIROS DO RIO GRANDE DO SUL (SERGS)
112. SINDICATO DOS ENFERNMEIROS DO ESTADO DE SÃO PAULO (SEESP)
113. SINDICATO DOS METALÚGICOS DO ABC (SMABC)
114. SINDICATO DOS TRABALHADORES EM SAÚDE NO ESTADO DO PARÁ (SINDSAÚDE/PA)
115. SINDICATO DOS TRABALHADORES NAS INDÚSTRIAS DA PURIFICAÇÃO E DISTRIBUIÇÃO DE ÁGUA E EM SERVIÇOS DE ESGOTO DO ESTADO DO RIO GRANDE DO SUL (SINDIÁGUA/RS)
116. SINDICATO DOS TRABALHADORES PÚBLICOS DA SAÚDE NO ESTADO DE SÃO PAULO (SINDSAÚDE-SP)
117. SOS CORPO INSTITUTO FEMINISTA PARA A DEMOCRACIA (SOS CORPO)
118. TERRA DE DIREITOS
119. UNIVERSIDADE ESTADUAL PAULISTA "JÚLIO DE MESQUITA FILHO" (UNESP)
120. VIA CAMPESINA BRASIL

Notes:

[1Prodotto dalla London School of Economics (LSE) e pubblicato a luglio 2020. https://www.lse.ac.uk/business and-consultancy/consulting/news/website-launch-sia-eu-mercosur


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